Città del Vaticano. Papa Francesco ha detto sì. Semaforo verde. I pellegrinaggi a Medjugorie sono ufficialmente riconosciuti e non più solo tollerati con una certa dose di diffidenza. Dopo avere spedito a Medjugorie un vescovo polacco di sua fiducia, autorizzandolo a passare a setaccio tutta l’attività pastorale del santuario (messe, battesimi, comunioni, confessioni, preghiere) e dopo avere analizzato la corretta religiosità di tutto quello che accade attorno ai luoghi delle apparizioni della Madonna ai cinque veggenti, ha dato il via libera ad un fenomeno popolare che dagli anni Ottanta in poi è stato un crescendo fino a raggiungere i quasi due milioni di pellegrini l’anno. Papa Francesco ha ereditato il caso Medjgorie dai suoi predecessori. Ratzinger aveva istituito una commissione teologica, guidata dal cardinale Ruini, per andare a fondo sulla veridicità delle apparizioni.
Dopo anni di audizioni ai veggenti (che anche oggi continuano ad avere visioni a momenti prefissati, come fosse in atto una specie di palinsesto celeste) la commissione Ruini ha consegnato al Papa le conclusioni. Sebbene non siano mai state rese note, le conclusioni erano molto dubbiose sull’autenticità di questi fenomeni, pur lasciando aperta la porta del dubbio ai primi avvenimenti, quando i veggenti erano bambini e Medjugorie era solo un paese di pastori. «Il culto di Medjugorje non è più proibito e non deve svolgersi di soppiatto» ha affermato in un’intervista al sito Aleteia, Henryk Hoser, vescovo emerito di Varsavia. Un veterano nell’affrontare grane di questo tipo. Giovanni Paolo II gli affidò, infatti, l’incarico di verificare l’autenticità delle apparizioni della Madonna del Ruanda. «Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali. Non ci sono più problemi». Il vescovo usa toni concilianti ed elogiativi nei confronti dei francescani che custodiscono il mega santuario senza accennare agli scontri feroci con tutti i vescovi locali che non hanno mai dato credito alle apparizioni, ritenendole una manipolazione dei francescani per catturare pellegrini ed alimentare il business dell’indotto sorto nel frattempo a ridosso del santuario. Hotel, agenzie di viaggi (alcune di proprietà dei veggenti), case di riposo, ristoranti, b&b.
«Sono pieno d’ammirazione per il lavoro che i Francescani compiono laggiù. Con un’équipe relativamente ristretta – sono una dozzina – fanno un enorme lavoro di accoglienza dei pellegrini. Tutte le estati organizzano un festival dei giovani. Quest’anno ci sono stati 50mila giovani da tutto il mondo, con più di 700 preti. Le confessioni sono massive. Hanno una cinquantina di confessionali, che non bastano. Sono confessioni molto profonde. Questo è un fenomeno. E ciò che conferma l’autenticità del luogo è la grande quantità di istituzioni caritative che esistono attorno al santuario». Monsignor Hoser chiarisce anche che «il decreto che fu emanato dalla Conferenza Episcopale della Yugoslavia di un tempo, che sconsigliava che i vescovi organizzassero pellegrinaggi, non è più valido. Ci sono altri casi di luoghi di apparizioni, come Kibeho, in Rwanda, dove il vescovo diocesano ha accordato il culto, da principio, e in seguito ha proseguito l’analisi per il riconoscimento delle apparizioni». Oggi il culto di Medjugorie si estende a 80 paesi: costituisce una rete enorme.
Fonte:
Il Mattino – Franca Giansoldati
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